Comune di Aquara

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Provincia di Salerno

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Il castello, probabilmente del XII secolo, era cinto da mura e torri, che furono diroccate nel 1246 dall'esercito di Federico II in occasione della congiura di Capaccio. Fu restaurato nel 1251 ed adibito a palazzo baronale da Matteo Comite, signore di Aquara. Fu venduto nel 1894 dalla famiglia Spinelli, già feudataria di Aquara, a Giuseppe Martino ed attualmente è di proprietà degli eredi Russo. Vi è ancora un grandioso cortile con portico, nella cui volta si vedono vari affreschi, ed una fontana monumentale a ventaglio di pietra locale.

Nel salone si può ammirare un pregevole caminetto intagliato in pietra locale... in un'altra stanza vi è sulla parete nord una grande aquila in stucco riproducente lo stemma dei Fieramosca. Nella parte settentrionale si possono ancora vedere i resti di un monumentale acquedotto, che portava l'acqua al Castello.

 La Villa Romana

A valle di Aquara, in località Madonna del Piano, brevi campagne archeologiche hanno individuato l'impianto di una villa rustica di età romana, di notevole interesse.Lo scavo, condotto dalla Soprintendenza alle Antichità di Salerno, ha interessato un'area piuttosto limitata del complesso, mettendo in luce soltanto alcuni ambienti che non consentono di definire la planimetria e l'estensione della struttura.Le ceramiche recuperate, contenitori per derrate alimentari, ceramiche da fuoco e da mensa, lucerne, permettono di fissare i termini cronologici della villa che, impiantata forse alla fine del I sec.a. C., è rimasta in funzione fino al V sec. d. C.In un quadro estremamente povero di notizie ed evidenze monumentali di ciò che doveva essere il popolamento dell'interno, in età romana, la villa di Aquara, per buona parte ancora da esplorare, assume una notevole importanza segnalando una forma di occupazione e sfruttamento agricolo del territorio interno, fino ad oggi non altrimenti documentataAndata in disuso ed abbandono la villa, intorno all'anno 1000, si sovrappone, alle strutture romane, una piccola necropoli con sepolture in casse di pietra locale, con ogni probabilità relativa alla presenza di un nucleo di monaci benedettini che, al seguito di San Lucido, impianta, nei pressi una prima Chiesetta dedicata alla Madonna del Piano.Attualmente la villa romana non è visibile ed i materiali rinvenuti dagli scavi sono esposti nel Museo Archeologico Nazionale di Paestum.

Il progetto di esplorazione e di ripristino archeologico della struttura nella sua interezza e di sistemazione di tutta l'area con le emergenze medievali richiede tempi medi, ma consentirebbe la creazione di un interessante polo monumentale con una ricaduta importante nella realizzazione di infrastrutture locali.